Un minore: Tito Calpurnio Siculo

Tito Calpurnio Siculo fu un poeta bucolico autore di sette egloghe, dove imita con non molto successo lo stile di Virgilio. Di questo “minore” conosciamo poco e nulla: il suo cognome potrebbe indicare un’origine siciliana, ma è impossibile ricostruire la sua biografia. Secondo Edward Gibbon Calpurino Siculo sarebbe vissuto intorno alla prima metà del secondo secolo, precisamente quando fu imperatore Caro; secondo Haupt e Ferrara sarebbe vissuto al tempo di Nerone ed essere stato anche l’autore del Laus Pisonis, un panegirico in onore di un potente membro della famiglia dei Pisoni, forse addirittura Gaio Calpurnio Pisone; secondo altri sarebbe sicuramente vissuto dopo la costruzione del Colosseo, forse durante la dinastia dei Severi.

La settima egloga ha come tema la contrapposizione tra la città e la campagna. La tipica esaltazione della vita di campagna propria della poesia bucolica è messa da parte per un’esaltazione della vita di città e dei suoi agi, come in particolare la possibilità di assistere alle cacce nell’anfiteatro o di poter vedere (da lontano) lo stesso imperatore.

“vidimus in caelum trabibus spectacula textis

surgere, Tarpeium prope despectantia culmen;”

Questi due versi su un gigantesco teatro o anfiteatro che può guardare dall’alto la rupe Tarpea ha interessato i critici, che si dividono tra quelli che identificano il “teatro” con un anfiteatro di legno provvisorio costruito da Nerone nel 57 d.C. e quelli che lo identificano addirittura con il Colosseo.

Grazie alla #Zanichelli è possibile leggere gratuitamente la traduzione di questa settima egloga.

Chi è interessato al testo latino lo può trovare su LacusCurtius

http://penelope.uchicago.edu/Thayer/L/Roman/Texts/Calpurnius_Siculus/Eclogues/7*.html

(riproduzione di una vecchia edizione della Loeb)

http://online.scuola.zanichelli.it/perutelliletteratura/files/2010/09/testi-it_calpurnio_t1.pdf

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