Un minore: Fulgenzio il Mitografo
Fabio Planciade Fulgenzio può essere giustamente o meno considerato un autore latino “minore”. Berbero scrive nell’Africa dominata dai Vandali tra la fine del quarto secolo e l’inizio del quinto secolo. Poche sono le notizie biografiche su di lui tanto da essere spesso (e tutt’ora) identificato con Fulgenzio di Ruspe, vescovo di Ruspe e autore di diversi trattati.
Questo autore minore misconosciuto oggi, forse assente dai manuali scolastici e universitari, è stato molto letto durante il Medioevo. In un mondo medievale dove la cultura greca era quasi scomparsa, le notizie di Fulgenzio sui miti furono utilizzate da diversi autori, come Boccaccio nel suo De Geneologia Deorum o addirittura Dante nel Convivio.
Le quattro opere di Fulgenzio sono:
– Un’interpretazione allegorica dell’Eneide (Expositio Vergilianae continentiae secundum philosophos moralis)
– Un’interpretazione razionalistica dei diversi miti antichi (Mythologiarum libri tres ad Catum presbyterum)
– Una spiegazione di sessantadue vocaboli (Expositio sermonum antiquorum)
– Una storia del mondo nella forma di un gioco letterario, o precisamente di un lipogramma* (Liber absque litteris de aetatibus mundi et hominis). Quest’ultima opera spesso è considerata spuria, insieme al piccolo componimento Super Thebaidem. I codici riportano come autori uno sconosciuto Flavio Claudio Gordiano Fulgenzio oppure Fulgenzio di Raspe.
Traduzioni in italiano:
– [Liber absque litteris de aetatibus mundi et hominis] – Le età del mondo e dell’uomo; a cura di Massimo Manca; Edizioni dell’Orso, 2003
– [Expositio Vergilianae continentiae secundum philosophos moralis] – Commento all’Eneide; a cura di Fabio Rosa; Carocci/Luni, 1997
– [Expositio sermonum antiquorum] – Definizione delle parole antiche; a cura di Ubaldo Pizzani; Edizioni dell’Ateneo, 1968/69
Un assaggio delle interpretazioni dei miti in chiave razionalistica da parte di Fulgenzio
Mythologiarum libri tres ad Catum presbyterum, II, 14:
La favola di Issione
Chi più cerca di avere ciò che è lecito, meno avrà di ciò che ora ha.
Allora: perché Issione aveva desiderato il matrimonio di Giunone, questa preparò una nuova con il suo aspetto con la quale Issione si accoppiò e generò i Centauri.
Quanto niente è più popolare come la verità in un’opera latina, tanto niente è più abbellita come le falsità in un’opera greca.
Brevemente si voleva chiamare Issione come Assioma; infatti in Greco l’assioma è chiamato il merito. Come prima affermavo che Giunone è la dea del regnare; dunque il merito di aspirare a un regno si concede (si prostituisce) come una nube; tutto ciò è una semplice imitazione del merito perché il regno è ciò che dovrà durare perennemente. O a maggior ragione la forza effimera del tempo desidera il regnare, questa con ali veloci e piumate mostra l’aspetto di una felicità momentanea, piuttosto che mostrarne la verità e fa pregustare un falso aspetto di superbia.
Brevemente l’augure Vatinio era solito dire che gli onori delle diverse città sono declamati come in un sogno da un mimo di città, benché ogni città dichiarasse di non essere interessato a tali onori; tuttavia ciò sembra essere valido solo a Roma, perché almeno lì sono presenti i veri onori, mentre per le restanti città questi sono ridicoli e banali. Ricordo anche la sentenza del filosofo Cleobulo che afferma “(μῖμος ὁ βίος) la vita è un mimo” vita da mimo.
E ora ritorniamo alla favola: Dromocride nella Teogonia afferma che Issione fosse stato il primo in Grecia a gustare la gloria del regnare, che primo fra tutti avesse raccolto a sé cento cavalieri, i quali furono chiamati centauri come cento armati, successivamente dovettero essere chiamati “centippi” dal motivo che erano ritratti come fusi ai cavalli, ma questi erano semplicemente cento (guerrieri) armati. Issione conquistò in poco tempo e velocemente il regno, ma successivamente fu cacciato, da dove si dice che egli fosse stato condannato alla ruota, ciò perché ciascuna rotazione della ruota fa cadere in basso ciò che prima era in alto. Questa storia voleva mostrare a tutti coloro che desiderano di regnare attraverso le armi e la violenza che in un momento superbi saranno in alto, in un secondo momento cadranno in basso, come la circonferenza di una ruota, che mai ha un punto fisso in alto.
Piccole note sparse:
– Molto probabilmente Vatinio è Publio Vatinio, il politico romano della fine della Repubblica famoso per le sue sentenze e per essere stato interrogato da Cicerone durante il processo a Publio Sestio. (Semplicemente In Vatinium testem)
– Cleobulo è molto probabilmente il famoso Cleobulo di Rodi, uno dei Sette sapienti greci.
– Dromocride è difficile da identificare. Alcuni propongono un’errata scrittura di Democrito da parte di Fulgenzio
– “Centippi” è una parola inventata dallo stesso Fulgenzio, costruita unendo “centum” e “ἵππος”
– Ho preferito tradurre “fabula” con favola e non con storia.
– Il testo originale in latino è disponibile su http://digiliblt.lett.unipmn.it/opera.php
– Per la traduzione ho utilizzato una traduzione inglese. Fulgentius the Mythographer; tradotto da Leslie George Whitbeard; Ohio State University; 1971; pp. 79-80 – L’immagine dovrebbe essere un’incisione del 900