Talete di Mileto

Il Sole ha la misura di un piede

Il fondatore della scuola dei presocratici ci ha lasciato preziose riflessioni nel sapere cosmologico, dedicandosi sia ai solstizi che agli equinozi 

di Dorella Cianci (Il Sole24ore domenica 1/6/14)

I filosofi presocratici, così definiti probabilmente già dai commentatori aristotelici, ovviamente ben prima di Diels, hanno osservato il mondo da scienziati con la curiosità filosofica, questo è noto, e hanno lasciato contributi interessanti nell’ambito dell’astronomia, infatti – oltre agli studi di Eratostene e Tolomeo – esistono quelli della scuola di Mileto, come ci ha mostrato brillantemente, in alcune sue pubblicazioni, Carlo Rovelli. Ulteriori contributi provengono dalla filosofia antica e da alcuni studi su Talete, che hanno ridefinito certezze ipersemplificate. 

Se da un lato Anassimandro ha dato un maggiore contributo al sapere astronomico, dall’altro Talete ha lasciato preziose riflessioni nel sapere cosmologico. Talete si è distinto nelle misurazioni tanto da trovare il modo per misurare, ad esempio, l’ampiezza apparente del sole. Egli inoltre ha calcolato l’ineguale lunghezza delle stagioni: alcune fonti sostengono che abbia calcolato con precisione la durata e le parti dell’anno, altre ritengono che egli scoprì «la durata delle tropai del sole» (solstizi), notando che non avvengono a intervalli uniformi. 

Dunque secondo Talete possiamo fissare la durata dell’anno solare in 365 giorni e individuare il periodo dei solstizi. Il biografo “ufficiale” dei filosofi antichi, Diogene Laerzio, afferma: «Talete probabilmente non si dedicò soltanto ai solstizi, ma applicò la sua stessa ricerca agli equinozi. Riguardo al sole e alla luna, egli ne misura l’ampiezza apparente tralasciando quella assoluta». Ancora una volta Diogene Laerzio ci informa che si tratta di una settecentoventesima parte del circolo solare. L’attenzione non si è focalizzata abbastanza intorno a questa espressione, come se fosse ovvio che il sole seguisse un percorso circolare attorno alla terra. Ma generalmente quest’idea viene ascritta ad Anassimandro e dunque si può ipotizzare che Talete abbia intuito qualcosa prima? Le scoperte di Talete furono ben accolte dai suoi contemporanei e il dato è documentato da preziose testimonianze antiche; va però sottolineato il vuoto esegetico che si è creato intorno al fr. 3 DK di Eraclito, a mo’ di commento sarcastico su Talete, e riguarda la misura dell’ampiezza angolare del sole. Nel frammento eracliteo si legge che «il sole ha la misura di un piede umano», infatti basta provare a stendersi su un prato per verificarlo: sollevando il piede si può notare che copre il sole (o anche la luna).

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