Scoperta una nuova necropoli con cinquanta mummie “Cambierà la storia degli Egizi”

La Valle dei Re rivela al mondo l’ultimo segreto

di Franco Zantonelli (Repubblica 30/4/14)

UNA scoperta che gli egittologi non esitano a definire “eccezionale”. Nella regione di Luxor, estremità occidentale della Valle dei Re, un team di archeologi dell’università di Basilea, in collaborazione con il Ministero dell’Antichità egiziano, ha portato alla luce una necropoli con 50 mummie. «La necropoli», ha spiegato il responsabile del museo di Luxor, Abdelhakim Karar, «si trova a una certa distanza dalla tomba di Tutankamen. E la sua importanza è da un lato nel fatto che si riteneva che la Valle dei Re non nascondesse più segreti, dall’altro che siamo venuti a conoscenza dei nomi e dei volti di

principesse sconosciute».

Secondo gli esperti, bisogna risalire al 1922, quando l’inglese Howard Carter scoprì la tomba di Tutankamen, per trovare un evento altrettanto importante. Dalla Valle dei Re non era uscito più nulla di significativo, nonostante la presenza di numerose spedizioni. La necropoli, secondo quanto comunicato dal Ministero egiziano delle Antichità, potrebbe ospitare le mummie della famiglia regnante della XVIII dinastia faraonica e, in particolare, dei figli dei re Thutmosi III (1504 -1450 a. C.) e Thutmosi IV (1419 -1386 a. C.).

Sul luogo sono stati rinvenuti anche i resti di alcuni sarcofagi, delle maschere mortuarie e vari vasi al cui interno venivano depositate le viscere dei defunti. Tutti questi vasi canopi recano l’iscrizione di circa 30 nomi di principi e principesse di cui, finora, non si sapeva nulla.

La scoperta rientra in un’operazione che l’università di Basilea sta portando avanti da diversi anni e che ha avuto un’accelerazione nel 2011. «In quel periodo», ha raccontato la responsabile della spedizione elvetica, Susanne Bickel, alla televisione pubblica di Zurigo, «eravamo intenti ad effettuare operazioni di pulizia attorno a una tomba. Stavamo costruendo un muretto, quando ci siamo imbattuti nel bordo superiore di qualche cosa che, all’inizio, pensavamo fosse un’opera incompiuta. In realtà abbiamo realizzato che ci eravamo imbattuti in un’altra tomba».

Gli archeologi svizzeri hanno dovuto interrompere lo scavo a causa della primavera araba. «Abbiamo messo un coperchio di metallo sulla tomba e siamo rientrati a Basilea, in attesa di tempi migliori», prosegue Susanne Bickel. I tempi migliori sono arrivati l’anno successivo. Nel gennaio 2012 Susanne Bickel e la sua squadra sono tornati nella Valle dei Re, per riprendere gli scavi. Dopo quattro giorni di lavoro è stato scavato un pozzo, all’interno del quale è stata fatta scendere una telecamera, che ha permesso a chi stava in superficie di ammirare un vero e proprio tesoro.

«Abbiamo potuto ammirare una tomba inviolata, un sarcofago perfettamente intatto, che non assomigliava, per nulla, a quelli che eravamo abituati a vedere», spiega Susanne Bickel. Era un sarcofago sobrio, privo di decori, Un sarcofago, ne hanno dedotto gli esperti, realizzato nel nono secolo avanti Cristo, quando le sepolture dei dignitari egizi erano maggiormente all’insegna dell’umiltà. Per intenderci prive degli ornamenti, tra cui ceramiche e mobili, che si trovavano, invece nei sarcofagi dei secoli precedenti.

Ma chi c’era in quella tomba apparsa dal nulla, nel deserto della Valle dei Re, a quegli archeologi venuti dall’Europa? «Verosimilmente una donna», secondo Susanne Bickel. Non era, comunque, una principessa, bensì una religiosa, probabilmente una sacerdotessa e questo, a quanto pare costituirebbe, già di per sé, un fatto abbastanza clamoroso, visto che si riteneva che, nella Valle dei Re, venissero sepolte solo delle nobildonne.

Intanto passano solo due anni ed ecco che il Ministero dell’Antichità del Cairo se ne esce annunciando che, nella Valle dei Re, sono state scoperte altre tombe, addirittura una necropoli. Che, hanno potuto appurare gli archeologi venuti da Basilea, è stata saccheggiata ripetutamente, nel corso dei secoli. Come dire che qualcuno era al corrente della sua esistenza, prima ancora che arrivassero delle spedizioni da fuori.

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