Quei refusi di 2500 anni fa sui palazzi imperiali di Persepoli (da La Stampa 06/03/14).

Anche nelle antiche iscrizioni di 2500 anni fa, sulle pareti dei palazzi imperiali di Persepoli, in Iran, c’erano errori di ortografia. Queste antiche iscrizioni della dinastia achemenide – pannelli in caratteri cuneiformi incisi su pietra grigia – erano manifesti propagandistici di grande importanza, redatti dagli scribi di corte, ma incisi da artigiani che a volte incorrevano in qualche refuso. Li ha scoperti il filologo Adriano Rossi, dell’Università Orientale di Napoli, che ha lavorato a lungo in Iran, dove ha illustrato ai colleghi locali il metodo di studio che gli italiani applicheranno alle iscrizioni dei palazzi imperiali di Persepoli-Pasargade (Ciro il Grande, Dario, Serse e successori, 560-330 a.C.). «Possiamo avere diversi tipi di errori nelle iscrizioni trilingui (antico-persiano, elamico, babilonese) achemenidi. A volte si tratta dell’omissione di un segno cuneiforme, in altri casi si tratta di segni scritti in modo che noi riteniamo “sbagliato” dal punto di vista dell’ortografia», dice Rossi. In quest’ultimo caso, per esempio, in un testo antico-persiano, il nome del grande dio della dinastia achemenide, Auramazda, è scritto come se Aura e Mazda fossero due parole separate, anziché una sola.

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