« #Passatoepresente », un programma utile anche per le #scuole
di Aldo Grasso (Corriere 12/1/19) #storia
C’è da sperare che le scuole superiori utilizzino programmi come «Passato e presente» di #RaiStoria (tra l’altro è facile accedervi attraverso RaiPlay). C’è da sperare che qualche professore capisca la grande utilità didattica di una trasmissione che, come poche altre, sa unire competenza e divulgazione. L’altrieri si parlava de «La ritirata di Russia», presente in studio il professor Marco Mondini. Una puntata da non perdere, per nessun motivo.
Quando nel 1941 le armate del III Reich invasero l’Unione Sovietica, Mussolini, alleato di Hitler, non volle restare a guardare e inviò sul fronte russo un corpo di spedizione di 60 mila uomini a cui si aggiunsero un anno dopo altri 220 mila soldati. Su quello che accadde ai soldati italiani dell’Armir abbiamo una ricca e preziosa memorialistica. I celebri libri di Nuto Revelli, di Mario Rigoni Stern, di Giulio Bedeschi hanno raccontato quella sfortunata impresa: mezzi insufficienti e risorse inadeguate all’enorme sforzo bellico furono alla base di una rovinosa disfatta che culminò in una drammatica e disastrosa ritirata.
Tra morti e dispersi il bilancio delle perdite fu di oltre 90 mila uomini. Noi, però, eravamo dalla parte degli invasori e la letteratura non ci salva dalle colpe. Il 19 dicembre del ‘43, nella valle del Don, fu dato alle truppe italiane l’ordine di ripiegamento: iniziò così la drammatica ritirata che, in qualche modo, ebbe una sorta di funzione catartica, esaltando l’umanità dei nostri soldati.
Il bilancio dell’operazione fu spaventoso, e l’Italia pagò un prezzo altissimo per la sua decisione di immischiarsi in quello che ancora oggi rimane il più grande scontro militare della storia. Lo pagarono soprattutto i reduci che in Italia furono trattati alla stregua di reietti. Anche la tv è utile per la comprensione del passato e del presente.