LA VITA DIMENTICATA… OVVERO SCHIAVI DELLA PRODUTTIVITA’.
Quando si dà troppa importanza alla “quantità” e al “profitto” più che alla qualità; quando li si tratta come serbatoi da riempire di nozioni e si dimenticano le loro emozioni e le loro esigenze di “adolescenti”; quando si pretende di adeguarli alle nostre logiche commerciali e competitive e si dimentica di ascoltarli e di accettarli per quello che sono; quando si perde di vista la “vita” e l’umanità per inseguire degli aridi e astratti profitti… questi sono i risultati. Dovremmo tenere maggiormente presente l’etica kantiana: “Trattare l’uomo come un fine e mai come un mezzo”. Ma spesso siamo così schiavi dell’apparenza che diventiamo dei cattivi educatori. Ecco perché la meritocrazia con la vita e con il benessere non c’entra proprio niente. E una politica che volesse salvaguardare i propri giovani dovrebbe “ridurre”, più che continuare ad aumentare contenuti e prestazioni. Il sapere è solo un mezzo, non un idolo o un feticcio. E l’apprendimento è davvero efficace quando è libero, motivato, vicino alla vita e alla propria esperienza. Tutto il resto sono “addobbi di natale” che luccicano solo come specchi per allodole.