#Dualismo #platonico

Il #corpo e l’ #anima

di Dorella Cianci

(Il Sole Domenica 22/11/15)

 Che cosa s’intende per “dualismo platonico”? Nuove e chiare linee interpretative si ritrovano nel volume miscellaneo a cura di Laura Candiotto, che raccoglie prestigiosi contributi. Nel caso del dualismo non si può negare che in Platone, come per tutti gli uomini, c’è una certa opposizione fra corpo e anima, fra visibile e invisibile, fra opinione e verità, né si potrebbe negare che Platone attribuisce differenze di valore ai due elementi della coppia. La peculiarità dell’aggettivo “platonico” risiederebbe proprio nel maggior valore dato alla dimensione spirituale, all’ascesi che avrebbe determinato una mortificazione del corpo nella cultura occidentale. Anche quest’aspetto tuttavia è abbastanza paludato, perché Platone ha trascinato il corpo nella parte “celeste”, ma al tempo stesso non lo ha imprigionato in una sfera asessuata, anzi nel Simposio è tornato di continuo sull’uso dei verbi legati al “vedere” e il possesso del bello lo realizza solo abbandonandosi al valore educativo di Eros (nel Timeo afferma «non esercitare l’anima senza il corpo, né il corpo senza l’anima»). Non si può negare che Platone stesso ha contribuito a una visione dicotomica del suo pensiero sia per ragioni di carattere etico-politiche sia per ragioni epistemologiche, come ricorda Mario Vegetti. Platone sin da subito ha voluto contrastare il relativismo etico di Protagora e per questo ha rivendicato una città dove tutto fosse chiaro: il bene e il male, le cose morali e quelle immorali, per poter avere una vita privata e una vita pubblica saldamente orientate. Ma poi ha dato l’impressione di una netta divisione anche per combattere il mobilismo eracliteo e il nichilismo gorgiano. Platone ha voluto anche garantire una stabilità scientifica e offrire il carattere dell’universalità al sapere. Stando ancora al Timeo non si dovrebbe parlare di opposizione fra anima e corpo, ma di mediazione, in quanto l’anima è a un livello intermedio fra il sensibile e l’intellegibile, frutto di una mescolanza fra la materia del Demiurgo e la sede provvisoria in cui è ospitata. Probabilmente causa di questa marcata opposizione si deve in parte anche ad Aristotele che volle ridimensionare il pensiero platonico considerandolo una fuga fuori dal mondo.

Senza dualismo. Nuovi percorsi nella filosofia di Platone. A cura di Laura Candiotto, Mimesis, Milano, pagg. 176, €16,00

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