#Domus #aurea «svelata». Splende l’oro di #Achille

Laura Larcan (Messaggero, 16/2/18)

Achille alza lo scudo e il suo corpo virile appare scolpito in un gioco virtuoso di colori, le terre calde dell’ocra, giallo e marrone, infuocate da colpi di rosso cinabro, mentre le foglie d’oro riverberano sul profilo dei capelli. L’eroe omerico riconquista la sua forza titanica – tanto che sembra uscito dalla mano di Michelangelo – e risplende di uno sfarzo millenario. Eccolo, possente e seducente, affrescato al centro della volta, insieme alla madre Teti, tremante e disperata nel gesto estremo di stringere il braccio del figlio e di proteggerlo da Ulisse e da quel destino ormai segnato. È il degno protagonista della sala che porta il suo nome (Achille a Sciro) nel complesso monumentale della Domus Aurea, la leggendaria reggia di Nerone, costruita dall’imperatore visionario dopo l’incendio di Roma del 64 d.C. Qui, dopo un lavoro di cinque mesi (grazie alla sponsorizzazione tecnica da 100 mila franchi svizzeri – quasi 90 mila euro – della Fondazione Isabel & Balz Baechi) si è riusciti a concludere la pulitura, la messa in sicurezza e l’intervento conservativo dell’apparato decorativo delle pareti e della volta messe a dura prova da secoli di infiltrazioni d’acqua e stratificazioni di calcare. Ma a stupire – per la bellezza – sono stati alcuni tasselli di restauro completo: «Una finestra su quello che sarà il restauro futuro di tutti i 33mila metri quadri complessivi delle superfici pittoriche della Domus Aurea, e che ci offre l’opportunità straordinaria oggi di capire l’unicità del monumento», racconta Alfonsina Russo la direttrice del Parco del Colosseo. «L’intervento infatti ha svelato l’uso di materiali preziosi come la foglia d’oro che tempesta tutta la superficie – continua la Russo – il rosso cinabro, il blu egizio, insieme a gemme e perle che riflettevano la luce proveniente dal fronte Sud. Luce che doveva riverberare di sala in sala in un gioco di riflessi. Sinonimi di quello sfarzo e lusso di cui il princeps Nerone amava circondarsi». D’altronde la Domus Aurea, che si estendeva dal Palatino al Colle Oppio, doveva essere, per Nerone, quella dimora degna finalmente di un uomo sulla terra. Di cui si divertiva a favoleggiare lo storico Svetonio.

LA DONNA DEL MISTERO

Tasselli di speciale pulitura che hanno intercettato persino le incisioni originali eseguite dagli artisti sull’intonaco fresco, e che hanno coinvolto anche altre figure sulle pareti. Ce n’è una in particolare che gli archeologi hanno ribattezzato come «il mistero della donna vestita di porpora». «È sicuramente una donna – indica la restauratrice Claudia Fiorani – e sicuramente molto importante, perché per dipingerla è stato usato il purpurissimum, il pigmento preziosissimo e molto costoso realizzato con la triturazione di milioni di molluschi. Ancora, non sappiamo, però, chi fosse». Una donna che doveva far parte dell’éntourage della corte imperiale, molto vicina a Nerone. Immortalata, chissà, dal pittore Fabullus. D’altronde siamo nella Sala di Achille a Sciro, a ridosso dell’aula Ottagona, nel settore di rappresentanza dell’imperatore. Il cantiere di restauro è molto complesso. «Per ora abbiamo messo in sicurezza l’80% delle pareti pittoriche», spiega il responsabile Alessandro D’Alessio. I lavori procedono su un doppio binario, il consolidamento interno e, la copertura del Colle Oppio, dove si è completato il secondo lotto dei giardini speciali concepiti per proteggere ma anche per evocare disegni e arredi degli antichi giardini: «Entro fine anno – assicura D’Alessio – sono previsti la gara e l’avvio dei lavori per gli altri 8 lotti del sistema integrato di protezione». Tra questi è prevista anche la speciale copertura a vista, con affaccio mozzafiato, su un ambiente sotterraneo, alle spalle della sala di Ulisse e Polifemo. Il Mibact ha già stanziato 13 milioni di euro. E sul caso del degrado del Colle Oppio, in balia di sbandati, piaga dell’area che circonda i giardini della Domus Aurea, la Russo precisa: «È un problema urgente, che va affrontato a livello sociale. Ancora non ho incontrato il Comune di Roma, spero a breve».

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