“Colorata e preziosa, fusa in #Anatolia
I segreti di una #lega mai trovata prima”
di L. An. (La Stampa 5/7/15)
«Aspettiamo le analisi più accurate, dopo quelle fatte con strumenti portatili. Ma non abbiamo dubbi, è #oricalco». L’archeologo Sebastiano Tusa, soprintendente del mare della Regione siciliana, è convinto di essere di fronte a una scoperta importante.
Ma, se la formula è rimasta segreta, se non esiste alcun termine di confronto, come fate a dire con certezza che si tratta di oricalco?
«Perché è una lega mai trovata prima allo stato grezzo, quindi rara. Perché ha riflessi rossi come nelle descrizioni letterarie, perché è in piccoli lingotti, segno di grande preziosità. Ma non è neanche vero che non esiste alcun termine di confronto: a noi sono arrivati alcuni oggetti in oricalco, come qualche fibula successiva all’età del Bronzo e alcune monete romane di epoca augustea, del primo secolo dopo Cristo. Finora si era detto che è una lega simile all’ottone, adesso che per la prima volta è venuto fuori dal mare il metallo grezzo abbiamo fatto indagini più precise. Scoprendo la reale composizione».
Da dove viene la parola oricalco?
«Viene dal greco antico oréichalkos, “rame dalla montagna” (da óros, monte, e chalkós, rame), perché era proprio sulle montagne dell’Anatolia e della Grecia che si trovava in natura. Poi con la successiva trascrizione in latino il prefisso óros venne adattato ad aurum, oro, cosicché aurichalcum significava letteralmente rame d’oro o rame dorato. Proprio questo è il colore particolarissimo che ha».
Un procedimento segreto probabilmente ha amplificato la sua fama…
«In tutta la produzione dei metalli, fino al Rinascimento, c’era dell’alchimia: basti pensare alle formule segrete di Benvenuto Cellini. La composizione dell’oricalco non era conosciuta nell’antichità e per secoli, fino a oggi, è stata molto dibattuta».
Da dove arrivavano questi lingotti?
«Venivano dall’Oriente, probabilm
ente dall’Anatolia. Era il VI secolo avanti Cristo e la città di Gela, fondata nel 689 avanti Cristo, aveva un’economia fiorente. Tanto da potersi permettere di comprare un metallo che veniva utilizzato per oggetti di particolare pregio, accanto all’oro e all’argento».