#Boni# rilegge Omero: #Ulisse l’antieroe è un reduce turbato

Al via domani su Rai1 la serie sull’#Odissea

di Emilia Costantini (Corriere 29/11/14)

Non è l’Ulisse eroico, l’astuto guerriero che espugna Troia, riesce a ingannare Polifemo, a sopravvivere alle Sirene…«Il ritorno di Ulisse», miniserie in quattro puntate su Raiuno da domani in prima serata, è quello di un reduce che, con l’anima devastata dalla guerra e dalle avversità, ritorna nella sua Itaca. «Potrebbe essere un soldato scampato al Vietnam — dice Alessio Boni, protagonista della fiction —. Un uomo che, con le sue ferite interiori, gli orrori che si è lasciato alle spalle, non è più capace di inserirsi nella normalità». 

Una coproduzione internazionale di Rai Fiction con Arte France e Moviheart diretta da Stéphane Giusti, a quasi cinquant’anni dal celebre sceneggiato televisivo con Bekim Fehmiu e Irene Papas. Nel ruolo di Penelope, stavolta, Caterina Murino, Telemaco è Niels Schneider. 

«Noi raccontiamo la seconda parte dell’ Odissea — continua Boni — gli ultimi dodici libri dove Ulisse ritorna nella sua isola e, tra mille tensioni e angosciosi ricordi, tenta di riappropriarsi della sua vita affettiva. È una lettura molto moderna, non quella del mitico eroe senza macchia e senza paura, ma di uomo in profonda crisi psicologica. Un guerriero che è stato capace di trucidare uomini, donne, bambini, che è riuscito in esaltanti prodezze ma che, quando torna a casa, si spoglia dell’armatura e viene assalito dai dubbi, avvitandosi su se stesso. Sarà in grado di fare ancora l’amore con la moglie? Di aprire un dialogo con il figlio che aveva lasciato bambino? Di ottenere rispetto dai suoi sudditi? Questo Ulisse è un uomo traumatizzato, vendicativo, che si chiude in se stesso e non socializza più… È spiazzante rispetto all’epopea, alla retorica del mito». 

Una lettura che esalta proprio la modernità di un classico come il poema omerico: «In ciò sta la grandezza di un’opera come l’Odissea, perché è in grado di parlarci ancora adesso di problemi che ci riguardano da vicino: Ulisse come l’uomo di oggi che, a causa della crisi epocale che stiamo attraversando, è diffidente, sospettoso nei confronti del prossimo, isolato nel suo mondo di piccoli egoismi». 

Gli sceneggiatori francesi si sono presi, tuttavia, qualche licenza poetica: l’ingresso di personaggi nuovi come la schiava Clea, il ritorno di Nausicaa che sposa Telemaco e poi muore per mano di Menelao, e il finale non è un happy end: «È un azzardo — ammette Boni — mi sono detto forse è troppo, però mi è piaciuto molto e non posso rivelarlo. Forse per questo saremo criticati dai puristi, ma non mi preoccupa». 

Nemmeno i confronti con il precedente Ulisse? «Dopo che Laurence Olivier ha interpretato Amleto non è che si è detto basta, non lo può più interpretare nessuno. Perché allora non un nuovo Ulisse?». 

Lascia un commento