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NEL MEZZO DEL CAMMIN
DEL PROGRAMMA DI SVILUPPO DELLE TECNOLOGIE
DIDATTICHE: CONSIDERAZIONI, PROPOSTE ED ESEMPI PRATICI SULLUTILIZZO DI
INTERNET NELLA SCUOLA SUPERIORE ITALIANA* Basta solo spostare losservazione dalle algide cifre delle statistiche alla realtà circostante, per rilevare, senza eccessiva fatica, che la diffusione delle nuove tecnologie didattiche procede molto più a rilento di quanto non si evinca dalle percentuali presentate. Le ragioni di questo ritardo sono molteplici, alcune delle quali sottese allo stesso Piano di Sviluppo, che, se, da un lato, ha avuto il merito di avere affrontato concretamente il problema della dotazione alle scuole di strumenti adeguati ai nuovi standards tecnologici (le macchine, però, sono soggette ad una rapida obsolescenza e il non utilizzarle è un imperdonabile spreco), dallaltro, non ha saputo offrire chiare indicazioni sulla delicata questione della formazione dei docenti, privilegiando l'aspetto strettamente tecnico. In altre parole, ancora una volta, si è caduti nellerrore di pensare che basti attivare un processo (nel nostro caso, la fornitura degli strumenti), perché si attui linnovazione (cioè, il rinnovamento della didattica). Inoltre, dispiace sottolinearlo, troppo spesso sia agli ispettori ministeriali, sia ai dirigenti scolastici manca una vera cultura tecnologica, ragion per cui, negli istituti, vengono avviate attività daggiornamento dei docenti non adeguate, affidate magari a persone e a ditte esterne al mondo della scuola, o, tuttal più, viene incoraggiata una semplice alfabetizzazione informatica, ma non viene realizzato un programma di formazione permanente, attento alla didattica e con momenti di riflessione sugli atteggiamenti relativi alla programmazione e ai paradigmi educativi. Prova di questa non felice percezione delle potenzialità degli strumenti informatici nella didattica sono lo scarso numero di scuole collegate in Rete e, soprattutto, la larga maggioranza dei siti dei vari istituti scolastici italiani presenti sul WWW. Si tratta, purtroppo, di pagine con contenuti autoreferenziali e autocelebrativi, con lelenco delle varie sperimentazioni, una vetrina nella quale fanno bella (?) mostra di sé il PEI, il POF, la Carta dei Servizi, la descrizione delle attrezzature disponibili, ma di produzioni didattiche, di ipertesti elaborati dalle classi nemmeno lombra!! Per non parlare, poi, della rara consultazione delle risorse Internet nella didattica quotidiana, del limitato utilizzo della posta elettronica per entrare in contatto con altre scuole o per partecipare alle liste di discussione, del sottovalutato lavoro cooperativo e, persino, dei laboratori sacrari, la cui inviolabilità è garantita da zelanti ministri dei presidi (leggi, responsabili daula), che regolano e controllano (o, per meglio dire, ostacolano) laccesso delle classi, contribuendo a diffondere il pregiudizio che le attività nellaula multimediale rappresentino unanomalia rispetto alla consueta attività didattica. La lista potrebbe allungarsi di molto, ma, per ovvie ragioni di tempo, preferisco chiudere le cahier de doleance e presentare alcune proposte riguardanti non tanto gli aspetti tecnico-organizzativi (per i quali già molti hanno fatto sentire le loro voci), quanto quelli didattici, di mia più stretta competenza. Gli strumenti informatici troveranno un
ruolo adeguato nella scuola solo se, nella formazione dei docenti, si curerà di
diffondere la percezione della loro valenza didattica e se cambieranno i modelli educativi
e pedagogici2 di riferimento. Le nuove tecnologie nella scuola
possono apportare un contributo puramente strumentale all'attività didattica, che non
incide sulla qualità culturale dell'insegnamento e dell'apprendimento, "oppure esse
possono essere viste come ambienti di formazione dell'esperienza e della conoscenza ...
(e) il ruolo che svolgeranno tenderà ad essere ben più impegnativo, anche e soprattutto
sul piano epistemologico" (1,7)3. Se la scuola
italiana non vuole limitare il proprio cambiamento solo alle parole del pomposo slogan che
campeggia sulla homepage del sito del Ministero della Pubblica Istruzione, è necessario
che il curricolo sia integrato dai nuovi saperi4, che
laspetto tecnico si armonizzi con le infrastrutture metodologiche (ovvero ci sia una
riconsiderazione generale delle strategie dinsegnamento e dapprendimento), che
il modello didattico sia riorganizzato e che venga valorizzata la dimensione
metacognitiva, perché l'ingresso delle nuove tecnologie non può essere scisso da una
didattica significativa e progettuale e lambiente educativo e formativo deve essere
pluridimensionale e pluriprospettico. Alla preparazione dello studente del XXI sec. dovranno concorrere in uguale misura la lezione in classe, la consultazione dei libri di testo, luso degli strumenti informatici, la didattica stile laboratorio e la consultazione delle risorse Internet, proprio perché nella scuola si dovranno creare le condizioni che predisporranno i giovani ad un apprendimento continuo (long life learning) e alla flessibilità. Queste problematiche sono di mio spiccato interesse, non solo perché docente liceale, ma anche perché membro del Comitato di consulenza del Provveditore di Verona per il Programma di sviluppo delle tecnologie didattiche e docente in diversi corsi di formazione per insegnanti e per formatori. Ripercorrendo brevemente il mio iter personale, mi sono spontaneamente avvicinata alluso degli strumenti informatici nella didattica delle mie materie da oltre dieci anni e, stimolata da questo interesse, ho progressivamente aggiornato, nel mio insegnamento, sia le strategie, sia i metodi, sia le attività, dando sempre più spazio al lavoro collaborativo degli alunni. A questo proposito presenterò alcuni
lavori progettati e realizzati insieme alle mie classi e visitabili in Rete5, proprio perché i
miei allievi ed io crediamo fermamente che Internet aiuti le scuole ad uscire dal loro
proverbiale isolamento e che sia importante attuare forme di collaborazione fra scuole,
fra classi, fra docenti e abituare gli studenti a condividere le risorse.
Dopo aver letto lopera in
latino e averla tradotta, gli alunni hanno riconosciuto dei nuclei concettuali
fondamentali, in base ai quali hanno schedato i testi, componendo delle sintesi critiche
collegate mediante i links, secondo i legami messi in evidenza nella mappa concettuale
precedentemente preparata. Lelaborazione ipertestuale ha aiutato i ragazzi a
riflettere piacevolmente sulla filosofia di Seneca e ha reso perspicua la peculiarità del
suo stile epigrammatico che conferisce contemporaneamente ad una parola diverse valenze
(p.es. filosofica, retorica, linguistica etc.).
Lultimo ipermedia, sia in
ordine di presentazione, sia in ordine di realizzazione, è Infusi letterari8, un progetto
su La Mandragola di Machiavelli della mia attuale classe II, costituito da tre
laboratori (la didattica, come dicevo prima, è diventata un vero e proprio
laboratorio): letterario (studio semiologico del testo), culturale (ricerca di testi
latini e greci che riguardano la mandragora e il tema del farmakon) e teatrale
(studio dei codici della comunicazione teatrale).
1 Per es.: i dati riportati sul sito di Educazione e Scuola: http://www.edscuola.com/archivio/0399.html o i Rapporti sui monitoraggi condotti dal M.P.I.: http://www.istruzione.it/monitoraggio1.htm
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